José Domingo Molas: dalla Guerra del Chaco alla Resistenza in Piemonte
monologo

di e con Marco Gobetti

La drammaturgia del monologo è liberamente ispirata al saggio José Molas, salesiano di Dario Rei (in Stranieri di casa – Persone e storie tra Torino e Monferrato, 2018 Chieri, Gaidano & Matta edizioni) e al diario di José Domingo Molas relativo alla guerra del Chaco: Polvareda de bronce: en los caminos trágicos del Chaco paraguayo, 1974 Asunción, Escuela Técnica Salesiana; e sulla base di studi e ricerche a cura di ISRAT, Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti.

Con il contributo delle testimonianze orali di: Graciela Jourdan Alvariza, Romano Candelo, Maria Capello, Egidio Deiana, Giuseppe Febbraro, Nicola Francesco, Fiorenzo Occhiena, Giovanni Ortolano, Sante Simioni, Angelo Stante, Silvana Visconti.

LA STORIA

Nato nel 1901 a San Estanislao in Paraguay, José Domingo Molas studia al collegio salesiano di Montevideo e poi all’Istituto teologico internazionale della Crocetta di Torino, città dove si laurea e viene ordinato sacerdote; tornato in patria, è cappellano militare durante la sanguinosa Guerra del Chaco, combattuta fra Paraguay e Bolivia dal 1932 al 1935. Nel 1936 va missionario in Thailandia. Dal 1938, è ancora in Italia, come rettore del Santuario dedicato a Maria Ausiliatrice, in frazione Becchi di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco). Conoscitore di ben cinque lingue, da prova di intelligenza, coraggio, generosità e umanità proverbiali: sfida gli attacchi aerei al volante di un’auto presto inconfondibile, nasconde soldati alleati e porta a termine scambi di prigionieri fra le bande partigiane del Monferrato e le truppe nazi-fasciste. Abile diplomatico, si guadagna la riconoscenza di interi paesi, che salva puntualmente dalle rappresaglie tedesche. Tornerà in Sud America nel 1951, dove sarà accolto con ogni onore quale “eroe del Chaco”.

DRAMMATURGIA e ALLESTIMENTO

La drammaturgia, nata anche tramite sessioni di scrittura di scena pubblica (strad-rama), si è conclusa con il lavoro di scrittura silenziosa, di concerto con le risultanze e i suggerimenti scaturiti dalla ricerca storica e dal reperimento – anche pubblico – di testimonianze.

Lo spettacolo, un monologo dall’allestimento leggero, è rivolto alle scuole superiori (replicabili nelle singole classi o in spazi che contengano più classi di studenti) e a tutta la cittadinanza. Le repliche possono avvenire anche facendo uso delle condizioni di luce (naturale e non) già esistenti: dalla classe di una scuola, alla sala o salone, al teatro grande o piccolo, sino a qualunque area pedonale su strada o in natura aperta; anche prevedendo la possibilità di utilizzo di spazi non convenzionali già presenti all’interno dei teatri della città in cui avviene; oltre che di spazi non convenzionali “altri”, che facciano da volano per un ricambio costante del confronto pubblico (chiese, bar, librerie, centri di studio e di incontro, biblioteche, ristoranti, dehor…): in ogni luogo in cui possa nascere un rapporto significativo fra attore e pubblico. L’apparato scenografico minimo è in sintonia con l’essenzialità cui si conforma l’intera messa in scena, che sfrutta povertà calcolate per determinare un costante impulso evocativo.

I DIBATTITI STORIOGRAFICI pubblici / materiale didattico

I DIBATTITI STORIOGRAFICI pubblici, affiancati allo SPETTACOLO e al suo diffondersi con doppie repliche realizzabili ovunque (matinée per le scuole medie superiori e sera per la cittadinanza), non sono convegni o seminari, ma propaggini e, a loro volta, motori dell’accadere teatrale, nei quali storici, studiosi e testimoni incontrino il pubblico e, appunto, dibattano; intendono creare uno strumento di conoscenza integrata: secondo l’idea di un teatro alla ricerca del proprio carattere autentico, magico e sociale, che includa l’incontro simbiotico e sinergico con le scienze umane e la trasmissione del sapere.

I DIBATTITI STORIOGRAFICI PUBBLICI forniscono anche spunti per approfondimenti didattici ad uso delle scuole partecipanti alle repliche e, via via, riguardano:

il diario (tradotto in italiano per la prima volta) che José Domingo Molas scrisse per tracciare la propria esperienza come cappellano militare durante la Guerra del Chaco; uno scritto d’eccezione, di chiara dignità letteraria, da cui traspare la levatura morale e intellettuale che renderà Don Molas il punto di riferimento imprescindibile per la popolazione piemontese (soprattutto dell’Astigiano) alle prese con gli eventi della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza.

l’azione di J. D. Molas, che, grazie alle sue qualità umane e al suo status particolare (sacerdote e paraguayano, dunque doppiamente “neutrale”), interloquì con molti degli attori che sul territorio in quegli stessi eventi furono coinvolti:

– gli abitanti delle campagne che, in balia degli eventi, in larga parte scelgono “di non scegliere” da che parte stare e – anche in preda alla paura per i rastrellamenti tedeschi – ondeggiano fra l’appoggio e l’ostilità nei confronti delle truppe partigiane;

– gli abitanti delle città e la borghesia, spesso antifascisti e favorevoli alla Resistenza;

– i partigiani (varie appartenenze: Garibaldini, GL, autonomi)

– i tedeschi (via via insediati o provenienti dalla città, es. Chieri, Asti)

– le autorità della RSI e i fascisti.

la figura di Molas, intesa pure come strumento per leggere le vicende di quegli anni secondo un approfondimento che privilegi il punto di vista di ciascuno degli attori in campo e che tenga in gran conto del rapporto fra storia e memoria; in questo senso si affronterà pure la relazione tra le memorie orali e le memorie tangibili e si svilupperà – in forma agile e divulgativa – una inedita analisi storiografica e sociologica riguardo alle dinamiche di quegli anni.

– il rapporto fra storia e teatro; e quello fra la storia, le arti e la letteratura

– i concetti di pace e guerra, solidarietà e carità, fede e ideologia

Ai dibattiti si unirà la presentazione di volumi essenziali per la comprensione di quel periodo (fra tutti, Nicoletta Fasano, Mario Renosio Un’altra storia. La Rsi nell’astigiano tra guerra civile e mancata epurazione, ISRAT 2015 e Mario Renosio, Attila, Pepe e gli altri – La lotta partigiana tra il Monferrato e le Langhe, ISRAT 2019); una comprensione fondamentale anche per leggere con maggiore chiarezza il presente in cui viviamo.

Ai dibatti saranno invitati, insieme alla cittadinanza e agli autori dei volumi via via presentati, altri storici e studiosi, ricercatori e testimoni diretti.

Il progetto “RIPRENDO LA STORIA – José Domingo Molas, le guerre e la Resistenza nell’Astigiano” è realizzato e promosso da Compagnia Marco Gobetti, ISRAT (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti), Fondazione Enrico Eandi e Consiglio Regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione, gode del Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica del Paraguay in Italia e ha il sostegno di Fondazione CRT; collaborano anche Unione Culturale Franco Antonicelli, Comune di Castelnuovo Don Bosco, Istituto Salesiano Bernardi Semeria – Colle Don Bosco, Associazione la Cabalesta, Associazione InCollina, Comune di Albugnano, Casa della Memoria della Resistenza e della Deportazione di Vinchio.